Livio

Livio nasce il 16/11/1941 a Bajardo.

Ha tre fratelli ed una sorella. Si lavorava nelle campagne,

alcune erano lontane, ci impiegavi anche un’ora per raggiungerle,

era una vita fatta di pastorizia, di agricoltura, c’erano terrazzi coltivati a grano.

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Stiamo parlando da poco, via Skype, ma già capisco quanto ami la sua terra.

I ricordi, così raccontanti, con grande entusiasmo, mi colpiscono in profondità.

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A Carnevale si ballava, ma si pagava per partecipare alle danze,

e poi le persone le riconoscevi solo quando tornavano in piazza, senza maschera.

Livio era un tutt’uno con una capra. Inseparabili.

Pascolava anche gli animali degli zii, lui era utile, fondamentale.

Disegnava talmente bene, a sei-sette anni, che una coppia di Milano, vedendolo,

volle parlare con la madre per offrirle la possibilità di crescerlo come un figlio nella grande città, farlo andare ad un’Accademia forse, chissà.

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Livio conosce Domenica e si innamora.

L’11 giugno del 1967 lascia Bajardo, e con una valigia parte per Parigi.

Resta convinto di tornare dopo soli 15 giorni, ma suo padre capisce, viste le dimensioni del bagaglio, che si fermerà un pò di più.

Vive infatti da turista solo per i primi 10 giorni,

poi trova un lavoro, una casa, nascono tre bambine.

Tutte le estati tornano al paese, alla sua terra.

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Livio parla il dialetto meglio di altri, gli amici lo usano come fonte,

le sue poesie parlano o sono ispirate da Bajardo,

a Parigi, al circolo, fa molti lavori manuali sul suo paese d’origine,

è lui che ha voluto realizzare il cartello nella vecchia chiesa,

lo ha scritto e lo fa fatto tradurre da sua figlia.

Ora i turisti possono saperne qualcosa in più, su quella Chiesa,

sul terribile terremoto del 1887.

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